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Fare l'Albero di Natale e tornare un po' bambini...

mercoledì 21 dicembre 2016
Negli ultimi dieci anni l'abitudine per me è sempre stata: Albero di Natale da scrivania.
Di quelli piccoli, insomma, che puoi riporre facilmente e che non occupano troppo spazio.
Con un albero così sono necessarie la metà delle luci e delle decorazioni.
La metà di tutto insomma, anche la metà dello spirito natalizio!

Non mi ero mai resa conto di quanto mancasse nella mia vita un albero di Natale grande, finché quest'anno, per un raptus, ne ho acquistato online uno alto 1.80 cm!
Dedicarmi a questa "avventura" mi ha messo insync con le mie emozioni, con la bambina che c'è in me.
È stato un modo per staccare e poi ricominciare con una serenità diversa.

Mi sono chiesta dove lo avrei messo? In una casa così piccola?
Sì. La risposta non era del tutto chiara, ma ho pensato: "si vedrà". Questo perché, essendo una persona che fa mille valutazioni prima di prendere anche la più piccola decisione, se non mi "butto" a volte non faccio niente.

Ovviamente le decorazioni che avevo collezionato nel tempo non erano sufficienti a coprire l'intera superficie del mio "nuovo acquisto", quindi ho dovuto procurarmene altre...


Volevo che l'albero avesse colori come oro, argento, champagne, con qualche tocco rustico. Non volevo ci fosse il classico rosso. Anche le lucine che ho scelto non sono colorate, anche se sono "calde" e non fredde, per mantenere comunque quel senso di "calore".
Il processo di ricerca delle decorazioni è stato rilassante. Nonostante il negozio in cui le ho acquistate fosse pieno di gente io sono riuscita ad isolarmi mentalmente concentrandomi sugli abbinamenti di colori che avrei voluto fare.
Quest'anno non volevo che la frenesia tipica delle feste mi togliesse il desiderio di creare nella mia casa e nel mio cuore lo spirito del Natale.




Una volta a casa, mentre sistemavo le ghirlande color rosa antico, i fiocchi di neve "glitterati"e le decorazioni in legno, nella mia mente si rincorrevano ricordi d'infanzia che per molto tempo avevo tenuto in un cassetto.

Mia mamma, quando ero piccola, faceva sempre l'albero di Natale di notte, quando noi tutti dormivamo.
Forse perché è più facile quando non hai bambini che corrono dappertutto. O forse perché certi ricordi sono il regalo più bello che tu possa fare a un figlio... La mattina infatti era meraviglioso svegliarsi e vederlo finito. Una sorpresa che non deludeva mai.
Ogni tanto capitava che mi svegliassi per andare in bagno e che mi intrufolassi a "spiare"... lei era lì, intenta a comporre questo meraviglioso albero.
Il suo senso estetico mi affascinava anche da bambina, infatti quest'anno mi sono chiesta "Sarò brava?" 
Non credo proprio di avere la sua cura nei dettagli, ma sono felice del mio primo albero "grande".

Ho provato varie combinazioni, cercando di trovare un equilibrio fra le ghirlande e le luci, aggiungendo le decorazioni gradualmente, per non concentrarle tutte in un solo punto e far sì che da ogni lato l'albero risultasse curato.
Trovare il posto adatto ad ogni singola decorazione mi ha fatto riordinare anche un po' le idee. Sono piccoli gesti come questi, a volte, che rimettono la nostra mente e il nostro spirito insync.


Questa stellina personalizzata mi è stata regalata da un'amica che le ha fatte fare su misura per me e Moki, che meraviglia!
Hanno dato qualcosa in più all'albero e il risultato finale mi piace molto.
Mi fa sentire a casa, mi fa sentire connessa con la bambina che ero un tempo, ma anche con l'adulta che sono oggi.

Equilibrio e insync respirando l'aria natalizia. 
Voi avete fatto l'albero?

Se volete sapere di più del vivere insync e leggere esperienze di altre donne a riguardo visitate il sito di Activia!




Organizzare e trovare l'insync con Marie Kondo?

martedì 6 dicembre 2016
L'altra sera stavo guardando una delle nuove puntate di Gilmore Girls. A un certo punto Lorelai e sua madre cominciano a parlare di Marie Kondo e del suo libro "Il Magico potere del riordino".

Chi almeno una volta non ne ha sentito parlare? Lo ammetto: non l'ho ancora letto. Non è capitato, ma mi riservo la possibilità di leggerlo prossimamente combattendo l'eventuale scetticismo.

Ho letto articoli e visto video a riguardo però. Ho capito che "l'arte del riordino" è per i giapponesi e per la Kondo una vera e propria cultura.

Come ormai saprete il mio appartamento o bucolocale, come l'ho ribatezzato io, è della grandezza di una stanza. C'è dentro cucina, divano, letto, scrivania, comò.
Questo negli ultimi anni mi ha portato a cercare di abbandonare lo spirito della "collezionista" di oggetti.
Sono un tipo di donna che non riesce a disfarsi di un vestito, di una maglietta, di un cappotto.
Una volta perchè "mi fa pensare a quella volta che..."; una volta perchè "E se poi mi serve?".
A volte è comico, perchè pensiamo che un giorno potrebbe tornarci utile quel paio di stivali da neve dell'anno 1996!
La Kondo consiglia di riunire tutto ciò che si possiede, una categoria alla volta, e di tenere poi solo le cose che "sprigionano gioia", oltre a scegliere un luogo dedicato per conservarle nel tempo.
Uno stile di vita, più che una tecnica di riordino, verrebbe da pensare.



Quando vivi "in un minuscolo spazio vitale" devi staccarti necessariamente da certe attitudini e diventare molto meno permissiva nei confronti di quel lato di te che ti porta a conservare di tutto.

Ricevute, bigliettini, fiori secchi...

Avere troppi oggetti, specialmente se in spazi ristretti, può davvero cambiare la percezione delle cose.
Farci sentire oppressi, soffocati. Questo si riversa sul nostro sistema nervoso.

Non mi sento assolutamente una "riordinatrice seriale", forse Marie Kondo non mi assumerebbe mai come assistente, però cerco di tenere sotto controllo la casa, nella speranza che non esploda per i troppi oggetti accumulati!



Marie Kondo fa parte del progetto #insync di Activia, come me, e nel video che inserisco qui sotto racconta di come le piaccia concentrarsi su piccole attività semplici ogni giorno per riequilibrarsi. Una volta terminata la fase di riordino, il sentirsi circondata solo da cose che ama davvero le fa percepire che corpo e mente sono allineati. Quello il momento di #insync perfetto.



Pur non avendo applicato il suo metodo del riordino, ma solo il mio metodo, ovvero quello di conservare unicamente ciò che davvero penso di utilizzare, riesco comunque a capire la sensazione di #insync che si prova dopo aver riordinato. Dopo essersi disfatti di elementi superflui e non necessari, senza accumulare.

Certo, non sono così brava come dico, continuo ad incappare in alcuni "errori"! Però sono già migliorata moltissimo rispetto a qualche anno fa.

Voi cosa pensate diq eusto argomento? Siete delle collezionatrici seriali di oggetti? Amate riordinare per sentirvi insync?

Se volete raccontare come allineate mente e corpo, come riuscite a gestire il vostro "critico interiore" e in che modo avete ispirato qualcuno o qualcuno ha ispirato il vostro percorso alla ricerca dell'equilibrio lasciatemi un commento o scrivetelo QUI. La vostra storia potrebbe far parte dell'Insync book creato da Marie Kondo!