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Amore a Bollini.

giovedì 23 gennaio 2014
Tutte le volte che faccio la spesa, arrivata alla cassa, mi chiedono se ho la tessera.

La risposta è sempre "Ehm.. no!".

E loro mi dicono "Peccato! Facendo la tessera, dopo tot bollini potrebbe ricevere questo e quest'altro! Noi premiamo la fedeltà dei nostri clienti e l'acquisto presso la nostra sede di prodotti diversi nel corso dell'anno!"

Allora l'altra notte, immersa in un mare di insonnia, come quando le onde del mare sono troppo alte per poter galleggiare serenamente, mi sono messa a pensare a tutti gli ambiti della vita in cui facciamo raccolta di bollini.

Nella salute.
Pensate a quante piccole o grandi malattie collezioniamo.
Quante ne curiamo, con nervosismo e dedizione, nell'attesa di guadagnare quel fantastico premio: la completa guarigione.

Nel percorso scolastico e universitario.
Esami su esami, voti su voti, per arrivare a quel prezioso pezzo di carta che, presumibilmente, farà riempire la bocca di descrizioni di platino ai nostri parenti, con gli inquilini del piano di sotto.

Nell'educazione dei figli, o dei nostri animali.
Tentativo dopo tentativo, pannolino dopo pannolino.
Tanti bollini che porteranno al premio di un bravissimo bambino o cagnolino, che possiamo portare in giro riempiendoci la bocca di descrizioni di platino, come i nostri parenti.
Quante soddisfazioni.

Ci ricordiamo ogni corridoio, ogni banco freschi percorso per arrivare al nostro Cuocicereali a vapore multifunzione da 2.000 bollini.
Ogni busta della spesa portata sotto la pioggia, ogni casco di banane biologiche per quella Bicicletta elettrica a pedalata assistita da 15.000 punti (fonte catalogo fidaty esselunga).



E quindi varrà anche per l'Amore no?

Quante canzoni dei Bon Jovi, quanti baci bruttissimi, quanti baci bellissimi che sembravano essere gli ultimi che avresti mai dato.
Quante lacrime singhiozzate.
Prima per quell'amore piccolo e adolescenziale, che alla fine era un amore fatto d'ego.
Tu non lo sapevi ancora, che si inizia ad amare per compiacere se stessi, e solo crescendo si ama perché si ha un genuino bisogno di dare e una pura capacità di fare.

Poi per quell'amore che ti ha ribaltato come un calzino a pois.
Con i pois, appunto, tutti arruffati dal lato delle cuciture, tipo bacarozzo di tessuto che cerca di tornare nella posizione originaria.
Quell'amore che ti ha fatto capire che facevi assolutamente schifo in così tanti lati del tuo carattere, che se te l'avessero detto mica ci avresti mai creduto.

Quanto amore di letto fatto per dimostrare a te stesso che, no, non ci stavi sotto per chi ti aveva fatto soffrire.
Per dimostrare che "tu ti sai divertire".
Facendoti la doccia il più veloce possibile come quando mangi un cannolo siciliano e i denti te li lavi subito per evitare di rovinarti i denti, e anche perché era troppo dolce, e un po' ti ha disgustato.

Quante telefonate con Nonna e Zia, a spiegare che si, effettivamente avevi "fallito" di nuovo.
E che tu però stavi meglio così, perché con quel fidanzato lì eri infelice..

Quante auto-analisi.
Col portinaio, col barista che un po' ce prova, un po' fa il suo lavoro ascoltandoti quando sbiascichi "eh che io e lui eravvv a amo tr oopp o diversi…".

Quanti cambi di capelli, alla fine di ogni avventura.

Bollino dopo bollino.

Una raccolta incredibile.
E ad ogni "Tom Tom" o "Grattugia Elettrica" d'amore pensavi di avercela fatta.
Di essere lì a ritirare il tuo premio al Banco dei Premi del Supermercato.

Poi però il Tom Tom ti faceva sbagliare strada, facendoti ritrovare in aperta campagna senza 3G, facendoti sentire una completa cogliona, perché tu la strada la sapevi… ma avevi ascoltato "LUI".

Oppure la Grattugia Elettrica si arrugginiva e il formaggio aveva un pessimo sapore e tu pensavi "Allora me lo potevo pure grattugiare io 'sto formaggio... con la punta del coltello e veniva sicuramente meglio…".

Nessun Premio era il Premio.

E allora continui a mettere da parte i tuoi bollini.

Li custodisci gelosamente.
E stai pronto a rovesciarli sul tavolo dei Premi del Supermercato da un momento all'altro, appena vedi arrivare il Termoventilatore con Tecnologia in Ceramica.
Perché ormai di punti ne hai talmente tanti da poter prendere la cosa più figa!
Se e quando arriverà.



Io ho molti bollini.
Non li voglio nemmeno contare.
E non lo voglio sapere se tu hai una Tecnologia in Ceramica e d'estate renderai fresca e meno umida l'aria che respirerò.

Perché dopo tanti cataloghi, tanti bollini e presunti premi, mi accorgo di avere già tutto.
Di non aver bisogno di un Premio per confermare le mie doti e le mie fatiche, ma solo di una creatura bella che abbia capelli soffici da accarezzare, la capacità di farmi ridere fino a che mi fanno male le guance, e la particolarità di far parte delle mie giornate con la semplicità che caratterizza solo le cose belle, quelle che funzionano e basta, senza ruggine, senza che la strada si sbagli.

Quelle cose ingenuamente facili da prendere come le giornate di sole in inverno, quelle in cui sfoggi il cappottino, consapevole del fatto che magari per il caldo, quello vero, ci vorrà ancora un po' di tempo, ma intanto non ci pensi, e sorridi così tanto.. che le tue guance non ci erano più abituate.

S.

Il 2013 è stato...

mercoledì 15 gennaio 2014
Il 2013 può tirarsela quanto vuole, ma è stato solo il fratello maggiore del 2012.

In molte cose si sono assomigliati, anche se il 2013 non è stato un vortice di cattiveria distruttiva, bensì una trappola di ferro che ogni volta che ci caschi dentro sai cosa non farai più la volta successiva.

Stasera mentre il mio cagnolino, Moki, giocava in cortile con il suo sasso preferito, ho realizzato che era da un po' di tempo che non lo guardavo pensando solo a lui e al suo sasso.

Allora ho sorriso per la sua faccia buffa e ho inspirato l'aria tossica di Milano.

Inebriata, ho alzato la testa verso il cielo grigio senza stelle, e l'ho trovato davvero poetico.

Ho pensato a quando fosse stata l'ultima volta che avevo alzato la testa così, col rumore del sasso in sottofondo e Milano sulla testa.

Era quando stavo ancora alla casa vecchia, quella dove mi sentivo sempre fuori posto.

Quella che non era me nemmeno per un 10%.

E ho pensato a quanto un rettangolo di cielo grigio può cambiare a seconda dei mesi, degli anni, dei periodi della vita.

Il 2013 è stato l'anno dell'umore altalenante, del qualsiasi cosa può rovinare o migliorare la mia giornata.

L'anno del chiunque dica una parola carina potrei amarlo.

L'anno del basta che stai con me.

Il 2013 è stato l'anno del sono bionda dentro, lo sarò sempre, ma voglio tornare castana, perché non voglio far capire proprio a tutti che ho una natura dolcemente svampita.
L'anno del faccio pace col cibo, così tanto che prendo quasi due taglie.
E poi ne perdo una.
E poi di nuovo e di nuovo ancora, ma senza cattiveria.
L'anno di me e il mio cane, luce dei miei occhi, ragione della mia vita, perché tanto a me non voglio dare attenzioni, se chi amo non me le da, perché dovrei darle io a me stessa?

Il 2013 pieno di ex lacrime trascinate dal 2012.
Quelle che, insieme a una vita per metà composta da montaggio di video al computer, ha portato per la prima volta intorno ai miei occhi le rughe.

Quelle che ormai nessuno ci credeva più mi venissero, perché si sa che sembra io abbia bevuto il siero della giovinezza.

Il 2013 e i jeans che non entrano più mentre ti scongiuravo di prendere una posizione, di trovare un minuto per me proprio quando eri più impegnato, per capire che qualsiasi sogno stessi cercando di realizzare, solo se condiviso con me poteva davvero funzionare.

Ho perso il mio migliore amico, dopo mezza vita passata sapendo di avere un fratello, una cosa certa come il sole la mattina.
La sicurezza iniziale che sarei impazzita senza di lui, e la scoperta poi di essere nel frattempo cresciuta così tanto, da essere la più cazzuta delle eroine.

Il 2013, l'anno dell'Italia.

Del Ti Odio posto di merda, ma quanto sei comodo, però.

Il 2013, l'anno del concerto dei Bon Jovi!
Che ti cambia praticamente la vita, anche se dopo qualche mese non ci pensi più, ma non smetti di essere grata per la svolta a cui ha portato.

Un anno di nuove amicizie.

Di chiavi di casa cedute a qualcuno di cui ti fidi come fosse una vena nel braccio.

L'anno in cui ci siamo amati tanto per tanto tanto tempo, ma proprio in onore di questo io non ti amo più.

E non perché il sentimento sia svanito, semplicemente perché non ci è bastato.
L'anno del " non amerò mai più, non ho più la testa, la voglia, il desiderio di baciare qualcuno per 4 ore di notte fino alla mattina."

L'anno in cui ho fatto una selezione di tutte le cattiverie che mi hai detto e ho capito quante cose poi alla fine fossero vere.
E ho deciso di farne tesoro, perché voglio essere la miglior persona possibile.

L'anno in cui scopri che non sei più la rock and roll girl che "giochiamo col fuoco",  "giochiamo con le labbra carnose e gli occhi belli", perché adesso io gioco solo se ci sediamo a tavola, e non me ne vergogno.

Un anno che è stato un macigno pesante e fastidioso fino a poco prima che finisse, fino a quando, dopo un'altra vicenda che mi ha illuminato, ha iniziato a trasformarsi.

Cambiava forma, colore. Dicevo: "Oh, che cavolo sta succedendo?"

Succedeva che quel fottuto, nevrotico 2013 si stava trasformando in 2014.

Con tutte le sue nuove sfumature.
Con tutte le cose che non erano arrivate per caso, ma erano arrivate per farmi capire, finalmente, le chiavi di quella che è la vita, e non solo la quotidianità.

Non ho vinto la lotteria, non ho trovato il grande amore, non ho portato a casa un Golden Globe:
ma so chi sono.
So quanto mi odio e perché.
So quanto mi amo e perché.

Saperlo, e non vagare nel buio, è il regalo più bello che potessi ricevere.

Mai avrei sperato di imparare ad accettarmi.

Di saper dare a me stessa lo stesso grande amore che ho per gli altri.

Per questo dico che il 2013 semplicemente è stato.

E secondo me, il 2014, ha braccia forti e occhi penetranti.
Come il più grande Eroe di tutti i tempi.

Buon anno amici.