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"You need to Call it" - Decesso d'Amore

martedì 3 dicembre 2013
Ricordo ancora una puntata di Grey's Anatomy in cui uno dei medici diceva all'altro, disperato poiché non era riuscito a salvare un paziente: "You need to call it. Call it! Time of Death.."

Quando non c'è più niente da fare si deve comunicare e registrare l'ora del decesso.

Ero lì presente quando è accaduto, ti si ferma il cuore. Non ci puoi credere.

Per questo mi ha colpito il paragone che mi è stato fatto fra questo e la fine di un amore.

Un mio amico americano, mentre avevo gli occhi persi nel vuoto mi ha detto "You need to call it babe".

Non avevo capito sul momento.. poi l'ho guardato, il suo volto era tra il comprensivo, il premuroso e il "sono il tuo reality check". E allora ho risposto "I know."

Non si può paragonare la fine di un amore o dei sentimenti alla fine di una vita.

Questo è fondamentale da tenere a mente.

Perché solo alla fine della vita non c'è soluzione.

Quando ripenso all'ultimo sguardo di mio nonno, pochi secondi prima che si spegnesse davanti a me, ricordo l'incredulità, che restò con me per settimane.

Razionalmente sapevo cosa fosse successo, ma non riuscivo a comprenderlo.
Ero come semi-cosciente.

Perché il suo cappellino di lana era nel bagno e non più sulla sua testolina pelata?

Era quello il suo posto.

Però pensandoci sono un po' gli stessi ragionamenti che si fanno quando un amore finisce.

Perché lui non è qui? Questo è il posto in cui era, in cui volevo restasse.

Ogni angolo di strade percorse non ha più nessun senso, i semafori sembrano tutti rossi e durano per sempre.

Diventi una specie di ripetitore automatico di frasi, luoghi, odori.

Non ti sfugge niente.


Improvvisamente vedi Bonsai ovunque, perché con quella persona parlavi di Bonsai, la sua pianta preferita.

Eppure in quel negozio, nell'ufficio del consulente della palestra, nella portineria del palazzo della tua amica c'èri stata milioni di volte, come mai quei Bonsai non li avevi mai notati?

Quando qualcuno entra nella tua vita, indipendentemente dal perché vada via, lascia un vuoto che non si può colmare.

Per questo con gli anni diventiamo dei colabrodo, pieni di piccoli buchetti, che ci fanno fare acqua da tutte le parti.
Che ci rendono complessi, cinici, insicuri, disillusi.

Quando mio nonno è andato via ho pensato a quale esempio potesse darmi.

In una vita aveva realizzato tutto.

Aveva viaggiato, amato e sposato una donna che diceva essere la più bella del mondo pur non avendone "assaggiate"altre. Aveva lavorato, messo su una famiglia, una casa in città e una casa in campagna, coltivato alberi di frutta, raccontato storie ai nipoti.

Certo aveva anche i suoi difetti, come tutti, ma nonostante questo aveva vissuto con al suo fianco una persona altrettanto imperfetta con la quale aveva realizzato piccole - grandi cose.

La morte, l'abbandono, la perdita, ci mettono di fronte a cose più grandi di noi.

Ingestibili.

Che poi, alla fine, a distanza di tempo, ci insegnano.

Non ho potuto salutarti, non ho avuto il tempo di capire se le tue mani sarebbero state calde anche in montagna come lo erano in città, non ho saputo se la notte dormi su un fianco o a pancia in giù.
Se la mattina di Natale sei ancora sbronzo dalla vigilia ma comunque col buonumore, se il nostro bacio sotto il vischio sarebbe stato meglio di quello fra Ashton Kutcher e Amanda Peet.

Non ho saputo molte cose perché non hai avuto alcun interesse a darmi il tempo di scoprirle con te.

Il tempo è stato gettato, così come le buone intenzioni, insieme al vapore che esce dalla bocca mentre ci si bacia per strada con il primo freddo.

E non c'è niente che si possa fare quando non c'è niente.

Questo è il motivo per il quale "I need To Call it".

Ora del Decesso: adesso.

Soundtrack *LOVE* - Sistiana